Non ho tempo per la strategia, devo lavorare!

Molti imprenditori pensano di poter scegliere se adottare o meno una strategia aziendale. Purtroppo però, indipendentemente da loro, l’azienda è già dotata di una strategia.
Ogni giorno, infatti, ogni collaboratore compie una miriade di piccole o grandi scelte che costituiscono l’identità con cui l’azienda opera e si propone sul mercato. Ecco perché emergono due diversi scenari possibili:
- L’azienda ha consapevolezza e sta operando scelte coerenti e delineate da una strategia condivisa
- L’azienda, seppur animata da buone intenzioni, non ha un’idea condivisa e sta operando scelte prive di controllo e disarmoniche tra loro
È assolutamente fisiologico che, pur vivendo la stessa quotidianità aziendale, le storie personali e professionali, i diversi ruoli o coinvolgimenti, possano configurare percezioni difformi rispetto ai punti di forza e di debolezza. Questo può portare a banalizzare le opportunità e a sottovalutare le minacce, rendendo improbabile l’individuazione e il trasferimento dei valori distintivi, sia interamente che esternamente.
Perseguire l’eccellenza operativa non significa avere una strategia.
Dobbiamo, infatti, ricordarci che la strategia è il collante che ha lo scopo di creare e offrire una proposta di valore al nostro target. Per queste ragioni, l’imprenditore dovrà trasferire in modo organico e strutturato le linee guida per affermare ma, al tempo stesso, mettere alla prova la sua visone che, qualora condivisa, potrà diventare distintiva, forte e sostenibile.
Le aziende in cui la strategia non è progettata e condivisa, sono facilmente riconoscibili:
- Non esistono funzioni aziendali ma piccoli fortini dove anche l’imprenditore, a volte, fa fatica ad entrare;
- Le riunioni “ti rubo solo 5 minuti” sono la norma, perché quelle più strutturate sono solitamente il palcoscenico dei soliti noti;
- Le riunioni “conclave” si susseguono, diffondendo un senso di frustrazione, con progetti che non decollano ma rimangono ancorati a lungaggini stancanti e demotivanti rispetto alle aspettative iniziali;
- Ognuno arriva sempre con il proprio report, si fa fatica a misurare le performance e il raggiungimento degli obiettivi, perdendo completamente di vista il valore delle azioni fatte;
- I collaboratori sono convinti di fare sempre più del dovuto e sono perennemente in uno stato di emergenza e affanno;
- I progetti che prendono forma non sono ragionati a medio lungo termine, non rientrano in un piano specifico e sono spesso figli della fretta e della volontà stessa dell’imprenditore o del manager di turno.
L'unico tempo perso che ha a che fare con la strategia è il tempo perso dall'azienda prima di progettare la propria. Perché, quando si ha chiara la propria destinazione, l'incertezza cede il passo alla speranza.
Arrivati a questo punto dobbiamo ricordare che:
- La strategia è il processo aziendale attraverso cui si individuano le priorità che consentono all’azienda di creare valore. Non rendere chiaro a tutta l’organizzazione quali sono queste priorità significa condannarla ad un disordine crescente che non potrà che portare alla distruzione del valore.
- La strategia fa guadagnare tempo. Consente alle persone di avere ben chiaro su cosa concentrarsi ogni giorno, di confrontarsi sul modo migliore per raggiungere un obiettivo e di verificare se l’iniziativa posta in essere ha ottenuto i risultati sperati o se è necessario individuare soluzioni alternative.
- La strategia consente ad un gruppo di persone di attivare il gioco di squadra. Solo quando l’obiettivo è definito ognuno sarà concentrato su come contribuire al suo raggiungimento e nessuno si perderà nello sterile “bla bla bla” per difendere la propria zona di comfort.
L’unico tempo perso che ha a che fare con la strategia è il tempo perso dall’azienda prima di progettare la propria. Perché, quando si ha chiara la destinazione, l’incertezza cede il passo alla visione.