1. Home
  2. Blog
  3. Strategia
  4. Fare squadra, per fare impresa

Negli anni, il Cast di Aquila Basket ha riunito attorno alla squadra decine di imprese pronte a supportarla.

 

Oggi queste aziende possono condividere molto più della sola passione per lo sport, ritrovandosi unite in un network ricco di opportunità.

 

Ne parliamo con Roberto Locatelli, attuale Presidente.

 

 

Roberto, che cos’è il Cast?

Il Cast è uno dei tre componenti che caratterizzano l’arcipelago di Aquila Basket e, nello specifico, è quello che riunisce le aziende che decidono di supportare la squadra. Gli altri due sono la Fondazione e il Trust, dove si riuniscono i tifosi.

Attualmente al Cast hanno aderito una settantina di aziende e, anche se tra gli sponsor non siamo i più grandi, ci troviamo comunque sul podio dei maggiori sostenitori di Aquila.

 

 

Quale impegno richiede la partecipazione?

L’impegno in termini di responsabilità è limitato, perché non siamo proprietari diretti della società. Non c’è quindi una nostra partecipazione attiva nelle scelte strategiche della squadra. Per intenderci, non siamo noi a decidere quali giocatori acquistare, né quale allenatore chiamare in panchina.

L’impegno, se vuoi, è più legato alla dimensione etica di chi sceglie di sostenere nel tempo la squadra.

 

 

Esistono delle soglie di ingresso?

L’unica soglia d’ingresso è quella economica, dove si chiede all’azienda una fee minima di 5 mila euro all’anno, per un minimo di tre anni. Un arco di tempo necessario a dare alla squadra una sicurezza di medio periodo e una certa libertà d’azione. Dopotutto, il Cast nasce per sostenere la società, anche se poi l’impegno delle aziende che vi aderiscono non si esaurisce con il solo contributo economico. Oltre a questo, quello che vorremmo fare del Cast è un luogo di partecipazione e di condivisione.

Un posto dove le aziende possano fare rete e conoscersi, trovando delle preziose opportunità per far crescere il proprio business.

Fino a prima dello scoppio della pandemia abbiamo sempre organizzato degli incontri tra i consorziati presso le loro sedi. Con la cadenza di uno o due incontri al mese, si aveva la possibilità di conoscere la realtà aziendale di ciascuno.

Era un’ottima occasione per coltivare le proprie conoscenze, lasciarsi contaminare dalle realtà diverse dalla propria e instaurare nuovi legami.

Oggi l’obiettivo è quello di riprendere da dove avevamo lasciato, cercando di fare del Cast un luogo di riferimento anche per chi non è mosso esclusivamente dall’interesse per lo sport.

 

 

Rispetto alla provenienza geografica degli associati, esiste qualche limite?

All’origine è nato effettivamente come Consorzio Aquila Sport Trentino, ma fu più per un aspetto circostanziale che per una volontà definita. Oggi Aquila è una grande realtà e non c’è nessun problema ad accogliere realtà provenienti anche da altre regioni. Anzi, aprire gli orizzonti non farà che arricchire la contaminazione e la crescita.

 

 

Tornando al networking, questo è sempre stato un obiettivo del Cast?

Sì, il Cast è nato proprio con la promessa di essere un luogo dove le aziende potessero incontrarsi, conoscersi e fare networking. Anche perché è questo il vero guadagno per il consorziato: al netto dello spettacolo, gli spazi di visibilità cui accede non possono e non devono essere commisurati all’investimento, perché il ragionamento da fare è più ampio.

È chiaro che questo sistema, per funzionare bene, richiede però al singolo un impegno personale che nessuno potrà sostenere al suo posto. Le possibilità offerte dal network possono essere sfruttate se l’imprenditore si mette in gioco con la giusta curiosità e disponibilità, partecipando attivamente agli incontri. Alla fine, non è molto dissimile da una festa: se vieni invitato ma resti in disparte, difficilmente avrai modo di conoscere qualcuno.

 

 

Ad oggi, qual è la spinta che porta le aziende ad aderire?

Il fatto di dare i propri soldi in mano ad una società che ha un forte radicamento territoriale, oltre ad una grande presenza all’interno del tessuto sociale, è sicuramente un grande incentivo. Il consorziato sa che il suo impegno economico serve a finanziare non solo gli stipendi dei giocatori, ma anche alcune realtà socialmente rilevanti come il settore giovanile e le ONLUS.

Prendere parte al Cast significa quindi avere un ritorno anche e soprattutto in termini di reputazione. Dopodiché c’è ovviamente la possibilità del networking.

 

 

Quali sono gli ostacoli maggiori che avete incontrato nella gestione del Cast?

Prima di tutto va considerato il fatto che richiede l’investimento di un tempo extra-lavorativo. Se poi ci aggiungiamo che quella della partecipazione non è la prima delle caratteristiche trentine, le difficoltà aumentano. Nell’organizzare gli eventi ci capita spesso di lottare contro un’iniziale ritrosia, per cui dobbiamo scrivere, chiamare, sollecitare… senza dubbio questo aspetto è uno di quelli sui quali stiamo lavorando di più.

Infine, dobbiamo considerare che stiamo uscendo da due anni divisori e difficili, dove i temi della condivisione e dell’incontro sono stati ostacolati dalla situazione pandemica.

 

 

Quali opportunità vedi nel futuro del Cast?

Le opportunità sono soprattutto legate alle possibilità di crescita. Il Cast permette il networking con decine di altre imprese, ma noi non siamo l’unico consorzio in Italia. Uno dei prossimi obiettivi sarà quello di legarci ad altre realtà consorziali, dando vita ad una rete delle reti, per così dire, arrivando ad ottenere una crescita numerica esponenziale. Lì dove oggi contiamo settanta aziende, un domani potremo accedere ad un network di seicento, settecento realtà.

L’evento che abbiamo organizzato a Treviso, poche settimane fa, con il Consorzio Universo, è stato il primo esempio in Italia di incontro tra Consorzi per aumentare le opzioni di Business.

Dunque, sulle possibilità di crescita non mi sento di porre nessun limite.

Per riuscire a metterle a frutto dovremo però superare questa ritrosia tutta trentina verso la partecipazione attiva, agevolare le conoscenze tra i consorziati e infine pensare in grande.

Dovremo essere capaci di creare eventi e attività di grande attrazione non solo per le aziende, ma anche per gli imprenditori e i manager. Perché siamo prima di tutto persone, e sono le persone che costituiscono le aziende.

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani sempre aggiornato!
Attenzione!
Per un'esperienza di navigazione completa utilizza il tuo dispositivo in verticale.
Grazie!