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  4. Sostenibilità: che cos’è e cosa significa per le aziende

Nel rapporto Brundtland - Our common future - viene data una definizione universalmente riconosciuta di che cosa sia la sostenibilità.

Questa sarebbe la condizione di uno sviluppo in grado di «assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri».

Successivamente il concetto di sostenibilità è stato ampliato fino a comprendere tre distinte dimensioni: quella ambientale, quella economica e quella sociale.

Ecco quindi che un’azienda che desidera essere sostenibile oggi non può tralasciare nessuno di questi tre ambiti.

 

Se parliamo di sostenibilità non possiamo poi evitare di menzionare l’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Un impegno oramai più che necessario, sempre nel rispetto delle già citate generazioni future.

 

A tal proposito fa riflettere la frase di un bimbo di 10 anni che, durante un esercizio a scuola sulla sostenibilità e sul futuro del pianeta, si chiede se ci sarà ancora un pianeta per i nipoti dei suoi nipoti.

Questo fa sperare che le generazioni Z e Alpha stiano crescendo con uno sguardo nuovo rispetto a questo tema, con un’attenzione maggiore anche rispetto alle scelte che il singolo, con i suoi gesti quotidiani, consapevolmente o meno compie.

Ne deriva che le aziende che si rivolgono, o che vorranno rivolgersi, a questi consumatori, non potranno più evitare di porre attenzione al tema della sostenibilità se vorranno attirare la loro attenzione.

 

Un’impresa sostenibile, secondo gli esperti, è una realtà che si organizza considerando il paradigma delle tre P di John Elkington, e quindi un’impresa che pensa, progetta e agisce a livello ambientale (pianeta) e sociale (persone) senza per questo dimenticare il guadagno (profitto).

Ma se all’inizio di questo articolo ci siamo chiesti cosa significhi per un’azienda essere sostenibile, ora non ci resta che chiederci per quanto un’azienda possa ancora permettersi di non esserlo.

Una domanda la cui risposta deve ovviamente evitare i luoghi comuni, così come l’assunzione di slogan per il solo fine di attirare i consumatori spacciandosi per ciò che non si è.

Questo approccio (fortunatamente) non funziona più, perché i consumatori sono diventati attenti e diffidenti. Possono informarsi meglio e con più mezzi e, di conseguenza, un atteggiamento del genere finirebbe col rivelarsi dannoso per l’azienda che si riempie la bocca di belle parole ma poi, nei fatti, concretizza poco o nulla di ciò che dice.

Questo sia che si parli dell’attenzione per l’ambiente e per il capitale umano che per la creazione di un profitto che non sia a discapito degli altri.

 

Le certificazioni come quella della B Corporation sono un ottimo primo passo per le aziende che credono di voler intraprendere un cammino verso una strategia e una mission più sostenibili.

 

Ricordiamo però che sono solo un primo passo e che non possono da sole rappresentare l’intera strada, anche se la loro utilità nel sensibilizzare le aziende e chi ne fa parte è molto importante.

Sono certificazioni che nascono per lo più negli Stati Uniti, dove molte politiche di welfare che in Italia sono normali e presenti regolarmente, lì sono un privilegio che solo alcune aziende concedono ai propri lavoratori; operare in ottica di sostenibilità significa quindi abbattere anche queste barriere di differenza e di disparità tra le aziende, le persone e l’ambiente.

A dimostrazione che quanto detto è più che mai attuale, sono state condotte diverse ricerche e analisi sulle abitudini dei consumatori. Tra queste spiccano alcuni dati interessanti: secondo un rapporto Nielsen, oggi il 52% dei consumatori si dichiara disposto a spendere di più se il brand adotta delle politiche di sostenibilità.

Non solo, l’indagine spiega anche che «i marchi che sono in grado di connettersi strategicamente al comportamento dei consumatori aumentano le aspettative e la domanda», precisando tuttavia che «le dichiarazioni di sostenibilità sulle confezioni dei prodotti devono anche riflettere il modo in cui un’azienda opera dentro e fuori».

 

Per essere credibili dobbiamo quindi essere coerenti, e per esserlo dobbiamo essere sinceri con noi stessi e con gli altri. La sostenibilità non è una moda o un’onda da cavalcare, bensì deve essere uno stile di vita e una scelta che le aziende devono intraprendere dalla fase di definizione della loro strategia fino alla sua applicazione, e questo in ogni singola area e per ogni singola azione che compiono, tanto all’interno quanto all’esterno delle proprie organizzazioni.

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