Molte delle più sorprendenti realtà imprenditoriali del pianeta non sarebbero mai nate, o non avrebbero mai raggiunto la posizione che hanno, se alla base non ci fosse stata una persona o un gruppo di persone mosse da un sogno.

Gli esempi sono tanti e non escludono tantissime PMI italiane, valga per tutti l’esempio di Brunello Cucinelli che il suo sogno lo ha anche raccontato in un bellissimo libro autobiografico, Il sogno di Solomeo, dove è evidente che solo un sogno poteva trasformare il figlio di un contadino senza studi eccelsi e senza soldi nel Re del cachemire.

Sognare l’impresa e il ruolo che si vuole avere nel mondo è una spinta iniziale necessaria. Senza, si può solo gestire un’impresa che altri hanno già sognato per noi, così come avviene ad alcune seconde generazioni, capaci di mettere in campo poco più di quello che hanno appreso nelle università. 

A volte, però, il sogno può diventare anche una prigione. Succede quando il sogno rimane tale e, privo di quella che oggi chiameremmo vision, manca di una visione utile a realizzarlo.

Il sogno rimane così impantanato nella palude dei vorrei; bloccato dalle difficoltà, dai timori, dall’ansia di non farcela.

 

Il sogno imprenditoriale per realizzarsi deve invece vivere una prima fase sfacciata, senza limitazioni, senza pesature, senza calcolo dei rischi.

 

È un sogno che si fa ad occhi aperti, un sogno della ragione più che della fantasia e non c’è bisogno di sollecitare l’inconscio perché lo produca: esso vive già nella mente dell’imprenditore, accompagnandolo ogni giorno fino a quando non lo realizzerà.

I grandi sognatori, i cacciatori di orizzonti, sono poi capaci non solo di sognare ma anche di sognare ancora dopo che il primo obiettivo è stato realizzato.

Ma perché il sogno diventi realtà, appunto, bisogna arrivare alla definizione di obiettivi concreti e misurabili, tappe indispensabili per rendere concreto quanto fino a quel momento è stato poco più di un desiderio.

Oggi esistono strumenti davvero eccellenti per avviare un’impresa (si pensi solo, ad esempio, al Business Model Canvas), e gli studi di consulenza hanno competenze davvero notevoli per supportare le aziende lungo questo percorso.

Gli imprenditori possono approfondire la propria Value Proposition, indagare sul proprio perché differenziante e definire al contempo le figure di cui hanno bisogno per realizzare le proprie ambizioni.

Tutto giusto, tutto necessario.

 

Mi sento però di aggiungere un invito all’imprenditore che oggi sente di essere mosso da un sogno: fa’ sì che tutta la tua azienda lo racconti; fa’ in modo che lo rappresenti in ogni suo dettaglio.

 

Questo perché un sogno non è fatto solo di quote di mercato, di margini e di utili. Affinché un sogno prenda vita e funzioni, deve popolarsi di volti e persone.

Perché sono le persone a formare le aziende. Così come sono le persone a rendere possibile… un sogno.

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