Luca Marcolin

Fondatore Family Business Unit

 

Luca Marcolin è il fondatore di FBU, Family Business Unit, una rete di coach e professionisti che seguono il suo approccio integrato per lo sviluppo delle imprese di famiglia. Laurea in Economia Aziendale, esperienza manageriale in settori e funzioni diverse, Luca è coach, counselor, trainer di PNL, esperto di dinamiche a spirale, Toc e adizes.

 

 

Qualunque impresa umana nasce da un sogno. 

A volte il sogno guida alla scoperta di mondi nuovi, come successe a Cristoforo Colombo, che volendo buscar el Levante por el Ponente, cercando cioè una nuova strada per le Indie, dopo tre mesi di viaggio nell’ignoto si ritrovò a scoprire l’America il 12 Ottobre del 1492. Altre volte il sogno catalizza le energie di una nazione intera come quando John F. Kennedy decise nel 1961 che l’uomo sarebbe andato sulla Luna entro il decennio, scatenando una corsa contro il tempo che ebbe il suo compimento il 20 luglio del 1969.

 

Il sogno che non si traduce in realizzazione diventa però frustrazione.

 

Tanti di noi hanno sognato, sognano e sogneranno di realizzare qualche impresa, che sia un progetto di vita o un progetto di lavoro. Non tutti però riescono a realizzarlo. Alcuni si fermano all’idea senza avere il coraggio o la determinazione per avviarla, altri si lanceranno nella sua realizzazione salvo poi fermarsi al primo inconveniente o quando son finite le prime risorse. Solo alcuni riusciranno a mettere in pratica l’idea che hanno sognato e meno ancora saranno in grado di far sì che il loro sogno sopravviva loro.  

Ma che siano i grandi sogni che hanno segnato la storia dell’uomo o i piccoli grandi sogni che tanti di noi coltivano, cosa è che li rende realizzabili e duraturi?

I sogni devono guardare al futuro ma essere connessi con la realtà attuale, vogliamo andare sulla luna ma dobbiamo tener conto delle conoscenze e delle tecnologie da cui partiamo. Così come devono darsi degli obiettivi ma salvaguardare l’armonia e il benessere della persona e dell’organizzazione, vogliamo scoprire nuovi mondi ma dobbiamo preservare il morale e la salute della ciurma se vogliamo arrivare a destinazione. 

Ci sono quattro energie fondamentali per coltivare e realizzare il sogno imprenditoriale che nascono dall’incrocio delle due polarità alla base delle nostre imprese di famiglia, Continuità e Sviluppo da una parte, Armonia interna e Risultati esterni dall’altra. 

 

L’Esploratore

La prima energia è quella dell’Esploratore, di chi guarda allo sviluppo e ai risultati. È l’energia che guarda all’evoluzione, alla ricerca di intercettare e soddisfare bisogni futuri. È qui che nasce la visione, lo scopo per cui esiste il progetto, e l’ambizione della missione che si vuole realizzare. È l’energia che individua la destinazione e la strada per raggiungerla. È l’energia della prima scintilla imprenditoriale. Senza l’Esploratore e la sua voglia di immaginare il futuro non c’è il sogno imprenditoriale. 

 

L’Integratore

La seconda energia è quella dell’Integratore, di chi si preoccupa di sviluppare l’armonia, di coinvolgere e aggregare persone. È la dimensione dell’ascolto, del dialogo e del confronto. L’integrazione che coltiva l’armonia interiore e quella relazionale. Cerca il benessere e si mette a servizio del gruppo, sente per prima le tensioni e lavora per evitare o mediare i conflitti. Insieme alla visione dell’Esploratore è l’energia dell’Integratore che comunica e stimola il coinvolgimento degli altri. Senza Integrazione non c’è squadra.

 

Il Guardiano

La terza energia è quella del Guardiano che cura l’organizzazione. È l’energia che si preoccupa di fare ordine, di dare ruoli e responsabilità, di definire regole e controlli in modo da assicurare solidità e continuità interna. È l’energia che sembra più lontana dal sogno ma è anche la risorsa più preziosa per la sua realizzazione. Organizza e pianifica quello che c’è da fare. Valuta i rischi e cerca le garanzie, valuta i costi e cerca le efficienze. Senza organizzazione, individuale e collettiva il sogno rischia di arenarsi nella confusione. 

 

Il Realizzatore

Ed infine l’energia del Realizzatore che assicura continuità nei risultati. Quella che fa sì che il sogno si traduca in obiettivi operativi e risultati concreti nel presente. È l’energia della implementazione, del fare quotidiano. Senza l’energia della realizzazione i sogni diventano frustrazioni, le relazioni ipocrisie e l’organizzazione burocrazia.

 

Quattro diverse energie che sono in conflitto tra di loro, l’amore per il rischio dell’esploratore fa a botte con la ricerca di sicurezza e regole del guardiano, il fare concreto del realizzatore va in tensione con l’attenzione alle relazioni dell’integratore. Difficilmente una sola persona riesce ad attivare le quattro energie in modo equilibrato. Di solito si associano gli imprenditori alle energie dell’esploratore e del realizzatore. Ma se non c’è a fianco dell'imprenditore chi copre le esigenze organizzative e relazionali, il sogno non ha basi solide per consolidarsi nel tempo. 

 

Per questo il sogno chiede di essere condiviso, nella coppia che forma una famiglia, tra i soci che fondano l’impresa o con i collaboratori con cui si avvia il progetto. In questo modo il sogno imprenditoriale può passare dalla scintilla singolare alla realizzazione plurale. I have a dream, diceva Martin Luther King, ho un sogno che voglio condividere con i trecentomila radunati a Washington per partecipare alla marcia per i diritti civili quel 28 Agosto del 1963.

 

Se abbiamo un sogno, condividiamolo in famiglia, condividiamolo sul lavoro e, se abbiamo l’avventura di condividere famiglia e lavoro, condividiamolo nell’impresa di famiglia.

 

Bisogna allora superare i limiti e le contrapposizioni dei tanti singoli coinvolti, ognuno con il suo io, e costruire un noi che contenga tutti e ciascuno. Spesso il fondatore con il suo carisma sa attrarre chi lo completa e lo aiuta a realizzare il suo progetto. Quando però la famiglia cresce e i fondatori invecchiano o non ci sono più, bisogna rinnovare quel sogno senza cadere nei meccanismi di competizione tra persone ed energie. C’è chi è più in grado di offrire nuove idee capaci di intercettare il futuro, chi sa coltivare relazioni in grado di dare compattezza al gruppo, chi sa mettere ordine e sicurezza e chi riesce a concretizzare operativamente mettendo a terra i progetti. Ma tutti contribuiscono a sostenere e rinnovare quel progetto imprenditoriale iniziale. Chiedersi chi sia l’imprenditore quando l’impresa è avviata rischia di essere una domanda che porta divisione invece che integrazione. Ci sarà sicuramente chi alza l’asticella, chi non si accontenta, chi porta nuove idee e nuove prospettive, tra i membri della famiglia imprenditoriale ma anche tra i manager. Dobbiamo preoccuparci di non silenziare gli stimoli che guardano all’evoluzione e al futuro. Così come dobbiamo ringraziare chi ci porta con i piedi per terra, ci costringe a fare i conti con i vincoli della realtà.

 

Per questo, con lo sviluppo dell’impresa e il passaggio alle nuove generazioni dobbiamo dal bisogno di dimostrare chi vale di più, chi è più imprenditore, ma preoccuparci che tutti si sentano partecipi del sogno e del progetto imprenditoriale. Così possiamo passare dall’imprenditore solo al comando all’energia imprenditoriale diffusa e integrata in tutta la famiglia e nell’impresa.

Da soli si va più veloci, insieme più lontano, dice un antico detto africano.

Con i sogni, da soli si può forse fantasticare di più, insieme si può realizzarli meglio.

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