È sulla bocca di tutti ma di cosa si tratta?

Intervista ad Ilaria Barbotti, Presidente Associazione Igers Italia e digital Pr Atelier - www.ilariabarbotti.it

Ciao Ilaria, sei una delle massime esponenti per quanto riguarda il mondo dell'Influencer Marketing in Italia. Spiegaci in parole semplici che significa fare lnfluencer Marketing. Che cos’è prima di tutto il Web Influencer?

L’influencer a livello web è una figura nata negli ultimi anni e ora molto diffusa. Lui o lei ha un proprio personale seguito di pubblico in uno o più canali social e web e decide, dietro contratto, per piacere personale o gusto affine, di supportare e promuovere un brand, un evento o una realtà sui suoi canali. Questo tipo di attività, se strutturata bene, dà buoni risultati in termini di reach e awareness (rispettivamente: portata e notorietà). L’influencer ha un seguito naturale e chi lo segue lo fa perché si fida della sua persona, di ciò che dice (quindi anche delle opinioni che veicola in merito a brand, prodotti ed esperienze) e soprattutto perché si riconosce in lui, essendo “una persona normale”. Il testimonial, per capirci, assume un posizionamento più aspirazionale, mentre l’influencer è più vicino alle persone e lavora sul concetto dell’immedesimazione.

 

Si sente sempre più parlare di Micro Influencer, parlaci di questa categoria specifica.

I micro influencer sono la parte più interessante del fenomeno dell’influencer marketing di questi tempi. In generale si tratta di creators – ovvero “creatori di contenuti” sotto i 50.000 - 60.000 followers che sono cresciuti digitalmente negli ultimi anni (non in pochi mesi!). Essi, per molti versi, fanno un lavoro più qualificato e creativo di un top influencer che solitamente cura meno i contenuti ed è anche più “sfruttato”. Un top influencer, infatti, lavorando con molti brand, è più avvezzo a produrre contenuti brandizzati più “standard”. Il micro influencer, invece, ha meno collaborazioni e le cura meglio.

 

Credi che sia un'attività utile per tutte le aziende o che sia specifica per pochi settori in particolare?

Credo sia utile per tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore, ma solo se fatta bene e in modo strategico, ovvero:

  • non deve essere un’attività spot
  • non può essere una campagna low budget o a costo zero
  • deve darsi degli obiettivi raggiungibili e misurabili (visite al sito web, crescita fan, download app, awareness)
  • deve essere integrata nella strategia del brand e non slegata
  • deve supportare il marketing
  • deve essere coordinata da un esperto di digital PR
  • deve essere supportata da campagne digitali a pagamento

 

Parliamo di budget: sicuramente varierà da influencer ad influencer, ma secondo te qual è la cifra media che una piccola o media impresa dovrebbe allocare per questa attività e per ottenere un buon riscontro?

 Non esiste il budget perfetto, dipende da tanti fattori, ma sicuramente partiamo da almeno 5000€ per iniziare a strutturare qualcosa con un gruppo di influencer. Si tratta di un primo avviamento a cui dobbiamo necessariamente dare un seguito se vogliamo accrescere nel tempo la nostra brand reputation. Normalmente noi suggeriamo di attivare una campagna di almeno 6 – 8 mesi per proseguire con un mantenimento moderato ma costante nel tempo. Per le aziende dalle dimensioni contenute, la modalità è la stessa. In entrambi i casi consigliamo il supporto di professionisti, dalla comprovata esperienza nel settore, per individuare fin da subito il giusto format composto da: contenuti ragionati per specifici buyer persona, tono di voce appropriato e gli influencer più “autorevoli” alla divulgazione del messaggio specifico. Il tutto perfettamente in linea, naturalmente, con i valori distintivi aziendali.

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