Focus Group: quando e come organizzarli

Costruire momenti di confronto attivo è essenziale, soprattutto per attuare cambiamenti o affrontare momenti di difficoltà in azienda. Uno dei possibili strumenti che possono essere adottati per coinvolgere i propri collaboratori, individuando eventuali problematiche e ricercando nuove opportunità di crescita, è proprio la tecnica del focus group.

Questo particolare strumento di analisi nasce negli anni 40 per la rilevazione delle opinioni e degli atteggiamenti nella popolazione o in gruppi specifici.

Al contrario delle indagini standard sui singoli, permetteva di far emergere problematiche relazionali, ma anche di trasmettere informazioni, consapevolezza dei ruoli dei singoli all’interno del gruppo e crescita culturale dei partecipanti.

Come viene percepita l’azienda dai propri collaboratori? Quali sono le dinamiche dei flussi di comunicazione interni? Quali sono le aspettative dei collaboratori per il futuro?

Sono solo alcune delle domande a cui è possibile cercare di dare risposta mediante focus group.

Come si organizza un focus group?

Essenziale è la fase di individuazione dei partecipanti, degli obiettivi e delle tematiche da discutere. Quale è la finalità? Interessanti sono i focus group che cercano di definire l’identità percepita all’interno dell’azienda, in questo caso è possibile coinvolgere sia collaboratori sia partner esterni (agenzie di comunicazione, fornitori strategici, ecc.). Diverso è il caso in cui si cerchino di snocciolare dinamiche interne, per cui è opportuno che il focus group sia esclusivamente aziendale.

Il numero ideale di partecipanti è tra 5 e 15, in modo che ciascuno possa esprimere la propria opinione su diversi temi.

Altro elemento importante da considerare è l’assenza di ruoli all’interno del focus group: i partecipanti devono essere messi sullo stesso piano, evitando richiami ai ruoli e alle gerarchie aziendali.

Per questo in molti casi è opportuno escludere la proprietà, o l’amministratore delegato, per evitare limitazioni d’espressione dei partecipanti.

Una volta individuati i componenti è necessario stilare le tematiche e le parole chiave che stimoleranno la discussione. Anche l’ordine stesso con cui le tematiche vengono proposte ai candidati è un elemento da valutare, che può influenzare il risultato della discussione.

Il focus group deve essere diretto e gestito dalla figura del moderatore, meglio se un soggetto esterno che non possa esprimere la propria opinione, ma soltanto stimolare quella dei partecipanti.

Sarà il moderatore a dettare i tempi e le tematiche della discussione, a cercare di comprendere i segnali verbali e non verbali dei partecipanti.

Operativamente per raccogliere i risultati è possibile registrare la discussione, oppure tra le modalità più creative di frequente si utilizza il supporto di mappe mentali: ogni tema viene esplicitato mediante parole chiave e ogni partecipante collega alla tematica la propria visione e opinione, sempre espressa tramite keyword.

Un’altra tecnica molto diffusa prevede l’utilizzo di post-it sui quali ogni partecipante scrive per ogni tematica una o più parole chiave, aggettivi o idee emerse.

I post-it vengono attaccati su maxi cartelloni, ognuno dei quali rappresenta un tema trattato.

Il focus group rappresenta uno strumento efficace di confronto, che può stimolare nuove idee, comprendere eventuali tensioni interne, indagare i rapporti e i flussi tra le diverse aree in azienda.

I dati raccolti sono lo stimolo per intraprendere azioni successive strategiche, per lo sviluppo della comunicazione interna o di team building.

 

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